Oltre alle condizioni meteo, la gestione di una maratona passa attraverso l’approccio alla distanza: mai sottovalutare i 42km che ci separano dal traguardo!

La prima domenica di aprile è stata una data intrisa di eventi podistici di livello internazionale. Alla blasonata maratona di Parigi, hanno fatto eco due importantissime manifestazioni italiane come le Maratone di Milano e Roma.

Tutte e tre le manifestazioni hanno goduto di splendide giornate con temperature alla partenza fresche e gradevoli, aumentate poi durante la gara andando in alcuni casi ad inficiare sullo sforzo dell’atleta ed inevitabilmente sul risultato finale.

Entriamo insieme nello specifico.

Maratona di Roma – Vinta da Birech che è passato fino alla mezza maratona con una media perfetta di 3’/km per poi andarsi a spegnere fino ad un 3’07”/km tra il 35° ed il 40° chilometro.

Maratona di Milano – Vinta da Seifu , leggermente meglio di Birech, ha mantenuto un ritmo di 3’/km fino al 35° per poi chiudere in 3’04/km.

Maratona di Parigi – Vinta da Lonyangata è stata quella gestita meglio chiudendo con uno split della seconda parte di gara analogo alla prima.

Verificando quindi nel dettaglio, ci si può rendere conto che oltre alle condizioni meteo, per questi top runner, sia stata la gestione della gara che ha differito notevolmente sul risultato e sullo sviluppo della stessa. A Roma e Milano il gruppo di testa meno folto ha fatto sì che a lavoro concluso delle lepri la prestazione sia inevitabilmente scesa con il passare dei chilometri. A Parigi invece il gruppo più consistente ha permesso di mantenere alto il ritmo fino alle battute conclusive.

(Fonte runningitalia.it)